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MONTEGIORGIO, UN RACCONTO MILLENARIO TRA MURA E PAESAGGI

Adagiato su un colle nel cuore della Media Valle del Tenna, Montegiorgio domina un paesaggio che spazia dalle colline marchigiane ai Monti Sibillini. Le sue origini affondano in epoche antiche, dagli insediamenti piceni fino all’età romana, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nella zona. Dal IX secolo i monaci benedettini e, successivamente, l’abbazia farfense guidarono lo sviluppo del borgo, che si organizzò attorno alla Chiesa di Santa Maria Grande (oggi San Francesco) e al convento.

Nei secoli Montegiorgio fu feudo farfense, libero comune ghibellino e protagonista di alleanze e scontri con la vicina Fermo. Nel XIII‑XIV secolo vennero erette le mura difensive a forma triangolare, ancora oggi riconoscibili, con le quattro porte di accesso storiche.

Il Medioevo vide anche la presenza di una vivace comunità ebraica che contribuì allo sviluppo economico con attività tessili e artigianali, in particolare nella lavorazione del cuoio e della lana. Nei secoli successivi il borgo si arricchì di palazzi gentilizi, chiese e opere d’arte, come il Teatro Domenico Alaleona e il loggiato di Piazza Matteotti, che ancora oggi raccontano il prestigio culturale e sociale della comunità.

TRADIZIONI, CULTURA E SAPORI

Montegiorgio custodisce un ricco patrimonio di tradizioni popolari e gastronomiche che affondano le radici nella vita contadina e nella cultura marchigiana. Il calendario è animato da eventi come la Festa di San Giorgio Martire in aprile, la Fiera di San Nicola in settembre, la Festa della Madonna delle Grazie e la Festa della Trebbiatura, oltre a rievocazioni storiche e sagre che trasformano le vie del borgo in un palcoscenico di colori, musica e sapori.

La cucina locale celebra la genuinità delle materie prime: dai vincisgrassi al ciauscolo, dai salumi artigianali ai formaggi pecorini, fino ai vini delle colline fermane come Falerio, Passerina e Rosso Piceno. La vicinanza con il mare arricchisce la proposta gastronomica con piatti di pesce freschissimo, mentre l’entroterra offre legumi, ortaggi e dolci tradizionali preparati secondo antiche ricette.

I mercati e i laboratori artigianali sono luoghi in cui incontrare la cultura del fare: qui si tramandano mestieri e saperi che parlano di manualità, creatività e legame profondo con il territorio.